|               Palazzo 
              Roffia, la facciata ad intonaco, la scuola di Baccio d'Agnolo "Una  è una costruzione risalente al XV secolo che inglobò vecchie case trecentesche della famiglia Roffia. Fu ammodernata e dotata dell'attuale facciata rinascimentale a "nudi campi d'intonaco" nel secolo XVI. Sono visibili all'interno pregevoli affreschi della scuola toscana. Proprietà della Cassa di Risparmio di S. Miniato sede dell’ Arciconfraternita di Misericordia. Detto 
              anche palazzo del Campana, è stato ristrutturato interamente 
              e aggiornato secondo i canoni rinascimentali sull'area delle preesistenti 
              case delle famiglia e davanti all'attuale Loggia del Fondo dove i Roffia avevano numerose proprietà. Prestigioso 
              palazzo del Cinquecento a ridosso del palazzo dei Vicari E piazza 
              del Seminario. Dimora magnatizia di considerevoli dimensioni sia 
              in pianta che sul prospetto. Una generosa facciata e sette assi 
              finestre che si distende in lunghezza sul 
                fronte stradale e un lotto che si sviluppa mediamente 
              in profondità con un incantevole affaccio sul paesaggio del 
              versante ovest. La fronte è interamente ad intonaco secondo 
              il repertorio fiorentino dei palazzo "repubblicani" alla 
              Baccio d'Agnolo. L'impaginato del prospetto 
              è caratterizzato da una bicromia tipica del lessico cromatico 
              rinascimentale che interessa anche lo stesso palazzo Grifoni: laterizio 
              o intonaco associati ai lineamenti della pietra serena. Presenta 
              una facciata bipartita scandita da una grande cornice marcapiano 
              e finestre centinate estradossate a "chiglia" con un ghiera 
            geometricamente bugnata. (Lbc) 
 "Tra 
              tutti i palazzi rinascimentali di S. Miniato il solo palazzo Grifoni 
              sembra essere stato edificato ex novo, in parte sull'area di due 
              case trecentesche, in parte sul terreno occupato dall mura del Forte 
              di Ser Ridolfo. Con la demolizione oltre al perimetro difensivo 
              si veniva ad interrompere il vecchio camminamento, addossato al 
              forte nel suo tracciato rettangolo concluso di fronte alla porta. 
              Anche l'esame delle strutture interne ed esterne, la distribuzione 
              degli spazi sia planimetrica che in alzato, escludono che nel palazzo 
              siano state utilizzate delle case preeeistenti. Nel palazzo Formichini, 
              ora Cassa di Risparmio, sono state invece certamente utilizzate 
              le strutture delle case medievali, le cui tracce rieffiorano sia 
              nell'irregolare planimetria che in certi tratti del paramento murario 
              prospicente a valle. Il palazzo Piccolo (già Franchini, poi 
              Sanminiati e Pazzi e indicato nelle schede degli edilizi monumentali 
              di San Miniato del 1897 come Salvadori) rivela nelle proporzioni 
              della planimetria l'adeguamento ad una cellula della tipica e frazionata 
              suddivisione fondiaria medievale."  
 "Del 
              resto i Franchini erano accasati nel terziere di Fuor di porta fin 
              dal 1318, probabilmente in una casa della stessa area. Il palazzetto 
              del Campana, o Roffia, divenuto poi sede della Misericordia, 
              è stato ricostruito nel XVI secolo sull'area ove "quei 
              Roffia" erano accasati fino dal 1318. Sono ancora individuabili 
              in planimetria gli spessi muraglioni divisori dei lotti medievali. 
              Il palazzo Buonaparte, poi del Tribunale ed ora Rosati, una delle 
              più belle costruzioni del XVI secolo in San Miniato, fu costruito 
              sull'area dove nel 1396 vennero demolite ed incendiate le case dei 
              Mangiadori vicine alla vecchia residenza in cui la famiglia Buonaparte 
              era insediata fino dal 1318 e di cui sono ancora visibili le strutture. 
              Questa sere di costruzioni del XVI secolo non attesta dunque una 
              qualche modifica del contesto urbanistico che restava inalterato 
              nel suo schema planimetrico con la solo eccezzion del palazzo di 
              Ugolino Grifoni." 
               Cristiani 
              Testi M.L., 
              "San Miniato al Tedesco: Saggio di storia urbanistica e architettonica, 
              Firenze 1967. "In 
              questo senso una chiave di comprensione dei problemi insorti di 
              adattamento del progetto, (di palazzo Roffia) che con tutta probabilità 
              constrinsero ad operare dei tagli al programma iniziale, ci può 
              essere fornita dall'esame della strategia con cui viene realizzato 
              a partire dalla metà del XVI secolo il nuovo palazzo per 
              Ugolino Grifoni, presso la Porta di Ser Ridolfo. A detta costruzione 
              il palazzo Roffia è accomunato, oltre che da evidenti riferimenti 
              stilistici, anche da una probabile paternità del disegno 
              uscito dalla cerchia dei Fratelli Baglioni, operanti a San Miniato 
              nel XVI ed importatori di modelli architettonici già sperimentati 
              da Baccio d'Agnolo e dal Cronaca per le dimore signorili fiorentineccezzion 
              del palazzo di Ugolino Grifoni."  L. 
              Latini, 
              I lavori di ampliamento di palazzo Roffia, 
              "Bollettino Accademia degli Euteleti" (San Miniato-PI), 57, 1990. 
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